Da Siproimi Raddusa, gestito da Coop. "San Francesco", raccolta farmaci e soldi per Africa

RADDUSA -  Lo Sprar-Siproimi di Raddusa, gestito dalla Cooperativa “San Francesco” di Caltagirone e coordinato dalla dott.ssa Gaetana Pagana, ha aderito attivamente al progetto denominato “Doniamo un Farmaco” promosso dall’Associazione onlus di Ramacca “Amici delle Missioni - Sicilia”, costituita nel 2014 e presieduta dal pediatra dottor Enrico Ferro, che contribuisce alla “Missione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo” con sede a Bula, un piccolo paese della Guinea Bissau in Africa Occidentale. Nonostante il periodo di pandemia a causa del corona virus, lo Sprar-Siproimi di Raddusa è riuscito a raccogliere due scatoloni di farmaci e anche una discreta somma di denaro che, nei giorni scorsi, sono stati consegnati, per mano della bambina pakistana, di dieci anni, Khalood, ospite dello Sprar-Siproimi della città del grano, al dottor Enrico Ferro il quale, nel mese di ottobre prossimo, si recherà con gli altri volontari dell’Associazione, in Guinea Bissau e consegnerà il tutto alla Missione operante in Africa che ne ha tanto bisogno. “I farmaci e le donazioni in denaro –ha detto la dott.ssa Gaetana Pagana- sono stati donati dai cittadini raddusani  che con le loro donazioni hanno consentito al nostro Siproimi di aiutare l’associazione Amici delle Missioni- Sicilia. Voglio ringraziare di cuore tutte le persone che hanno aderito  a questo progetto, importantissimo per aiutare e curare  i bambini, le donne e gli uomini ammalati della Guinea Bissau”.  “Voglio rendere noto –ha detto il pediatra dottor Enrico Ferro- che il sottoscritto e tutti i volontari dell’associazione “Amici delle Missioni–Sicilia” dovevamo recarci in Guinea Bissau nel mese di Marzo scorso ma, a causa del famigerato Coronavirus, la partenza è stata rinviata e, con molta probabilità, se ci sarà consentito, partiremo nel mese di ottobre prossimo. Quando saremo sul posto io e i miei collaboratori, che sono tutti volontari della Missione ci adopereremo, come sempre, per la costruzione di pozzi, scuole e infermerie; mentre una parte dei soldi saranno spesi per comprare il cibo e i farmaci serviranno per curare gli ammalati”. Nella foto la pakistana Khalood e il dottor Enrico Ferro, posano, dopo l’avvenuta consegna del materiale. Francesco Grassia